Non fa sconti a nessuno, nemmeno a se stesso. Geniale, istrionico, passionale, questo e tanto altro ancora. E’ Gordon Ramsay, uno chef pluridecorato, amato e odiato in ugual misura.
Gordon Ramsay non è un personaggio banale. Ha saputo imporsi all’attenzione dei critici, ma soprattutto, ha conquistato i palati dei tanti clienti che affollano i suoi ristoranti con cui ha conquistato ben 13 stelle Michelin. Uno chef famosissimo, un conduttore di trasmissioni tv diventate un vero e proprio cult, un idolo incontrastato per tanti amanti della buona cucina e al contempo terrore per tanti chef, o aspiranti tali, a cui non perdona niente o quasi.
Da speranza del calcio scozzese, a re degli chef. Come è nata questa passione e qual è il segreto, se esiste, del tuo successo?
Volevo giocare a calcio, ma un infortunio al ginocchio a 18 anni non mi ha permesso di continuare. Era uno sport che mi piaceva praticare e devo dire che ero anche piuttosto bravo, ma non ho rimpianti per questo. Quando mi resi conto che la mia avventura nel football era finita, iniziai subito l’apprendistato da chef, trovando una grande passione per il cibo e per la cucina.
Tua madre era una cuoca, quanto ti ha condizionato nella scelta della tua professione?
Condizionato no, ma ispirato sicuramente. Era una cuoca in un ristorante di Statford Upon Avon e spesso andavo a trovarla e rimanevo incantato a vederla mentre preparava le pietanze. Ricordo anche quando portava il cibo a casa dal lavoro, sentivamo l’odore del cibo mentre varcava la porta e in famiglia eravamo entusiasti per quello che sarebbe stato. Ho imparato molto da lei, ma la passione per la cucina è nata solo quando sono andato al college.
Come reagisci ai giudizi di critici gastronomici?
Fanno solo il loro lavoro. Ma quello che veramente conta per me è l’esperienza dei nostri clienti. Il cliente è il re ed io e la mia squadra mettiamo tutta la nostra passione nel fare in modo che i nostri ospiti si sentano come tali.
In Italia è possibile degustare la classe della cucina di Gordon Ramsay i due ristoranti con cui collabori il Forte Village di Pula, in Sardegna e Castel Monastero a Castelnuovo Berardenga, nel Chianti senese. Che valutazione dai alla cucina italiana?
Amo la cucina italiana, l’Italia mi ha sempre stimolato. All’inizio della mia carriera ho avuto l’opportunità di lavorare in Sardegna e in Sicilia. E’ stata un’esperienza importante, i sapori mediterranei, mi appassionano, ispirano la creatività. La genuinità dei prodotti italiani e la fantasia nella preparazione dei piatti sono, per un cuoco, una vera e propria miniera d’oro.
In provincia di Siena hai aperto il Ristornate Resort Castello di Monastero. La cucina senese si avvale sempre di materie prime di eccellente qualità. Hai preso ispirazione da questa tradizione?
Sì, certo. Prendo sempre ispirazione ovunque vada. E ciò che è veramente emozionante è il combinare cucine e tecniche diverse, essere creativi e vedere cosa succede. Poi cerco di ispirare le persone che collaborano con me e dare loro la fiducia necessaria per essere creativi. Naturalmente ci sono anche un sacco di consigli pratici ed io offro la mia esperienza di una vita passata nelle cucine professionali.
La dieta mediterranea è ormai considerata da tutti la più indicata per preservare la nostra salute, sei d’accordo?
Sì, sembra certamente essere in questo modo e, naturalmente, la cucina italiana è conosciuta in tutto il mondo per la sua freschezza e la sua qualità. L’unica variante che apporto al mio regime alimentare, quando cucino per me, è quello di mangiare piccole porzioni, piccoli pasti, 5-6 volte al giorno piuttosto che i tradizionali tre pasti pesanti al giorno.
Volendo classificare la tua cucina con un aggettivo, quale useresti?
Ad alta energia. La cucina può essere un ambiente difficile, perché c’è una costante ricerca della perfezione. Ho sempre avuto un sacco di energia. Amo quello che faccio, e questo gioca sicuramente un ruolo molto importante. Mi piace alzarmi presto la mattina ed andare in palestra o a correre, questo mi dà ancora più energia.
Sei considerato da molti, ed i riconoscimenti internazionali ricevuti durante la tua carriera dimostrano proprio questo, un punto di riferimento assoluto nel campo della cucina internazionale. Ti senti soddisfatto?
Mi sento molto orgoglioso di quello che ho realizzato finora, ma non mi fermo qui. Ho ancora tanti obiettivi che voglio raggiungere. E ho una grande squadra dietro di me che condivide anch’essa questa passione ed unità. Il mio lavoro è una passione che mi porterò sempre dietro, sto vivendo un sogno per cui ho lavorato molto, sono soddisfatto, ma ho le stesse motivazioni dei primi anni.
La tua invidiabile forma fisica fa porre una domanda: qual è il tuo rapporto con il cibo?
Io sono un cuoco. Mi piace il cibo! Lavoro in modo tale da poter mantenere la mia forma fisica e contemporaneamente mangiare tutto quello che voglio. Come ho detto prima, la motivazione è anche perché le mie giornate sono molto piene, penso che ciò che per me funziona meglio è mangiare porzioni più piccole 5-6 volte al giorno. Questa è una filosofia cinese che seguo da molto tempo, mi aiuta molto.
Quanto è diverso il Gordon Ramsay che vediamo in televisione rispetto a quello della vita privata?
Ho sempre cercato di essere me stesso davanti alla telecamera, sono una persona molto passionale, ma quello che ricordo alla gente è che ore e ore di riprese televisive vengono poi modificate per essere riassunte in pochi minuti e quindi non sempre potrebbero essere accurate. Se vedo un buon lavoro sono pronto all’elogio, ma se qualcosa non mi piace lo faccio notare con decisione. Quando sono nella cucina di casa mia, sono sicuramente più rilassato. Non c’è niente che mi piaccia di più che stare con i miei bambini e chiedere quello che vogliono che cucini.
Nicola Natili
bel servizio, complimenti per il blog 😉 Continuo a seguirvi, aspetto con ansia nuovi aggiornamenti!!
Bohh… trovare il Ramsey – pesonaggio poco profondo opportunista del momento e clown presuntuoso e ingiurioso creato dai mass media della pop cultura di massa – nella stessa pagina e allo stesso livello con Righi Parenti – studioso storico e ricercatore – è alquanto deludente…
Condivido ampiamente la sua osservazione, Gordon Ramnsay c’entra poco o niente con Giovanni Righi Parenti e ancor meno con gli altri contenuti del mio sito, ma c’è un motivo, per quanto opinabile, che mi ha spinto ad inserire l’intervista, da me realizzata per la rivista Vino e Dintorni. Da qualche anno la tv ci propina programmi di cucina in quantità industriale, molti dei quali dai contenuti del tutto inaccettabili. Gordon Ramnsay è il personaggio più conosciuto, il principale interprete di questo tipo di trasmissioni ma, al di là di quello che vediamo in tv, è anche uno chef di buon livello. Ho avuto modo di conoscere la sua cucina qualche mese fa presso il ristorante da lui gestito, il Resort Castello di Monastero (Castelnuovo Berardenga) e devo dire che riesce a coniugare in modo delicato, non aggressivo, senza violentarla, la cucina tradizionale del nostro territorio con la sua innata creatività. Grazie per l’attenzione e a rileggerla presto.
complimenti per il blog molto curato e bello da leggere
un vero complimento per il tuo sito. Sono un senese puro sangue , chef, e molto tradizionalista per la nostra cucina. Conosco le tradizioni senesi abbastanza perché ho soltanto 83 anni.
A proposito dei dolci la Tua Zuppa Inglese, che in definitiva è veramente la nostra tradizionale da farsi anche come Zuccotto, ho il ricodo di una zuppa inglese consumata al Caffè Greco buonissima e poi un’altra versione effettuata alla Pasticceria dei Fratelli Riacci ubicata dove adesso c’è il negozio ad angolo del Moradei (poi nel dopo guerra trasferita e scomparsa) chiamata LA FERROVIA , ma tale e quale alla zuppA iNGLESE. ne hai sentito parlare ?
In qualche annale su Siena che tu mi sembra hai studiato forse esiste e sarebbe bene ripristinarla. Scusa la lungagnata. Comunque sono a disposizione
Per quanto riguarda Gordon Ramsey preferisco non parlarne è meglio rimanere nella realtà….
Carissimo Mario, ti ringrazio per i tuoi complimenti che arrivando da un grande chef e amante delle tradizioni senesi come tu sei, mi riempiono di gioia e mi stimolano ad andare avanti nel mio lavoro di ricerca e divulgazione.
Conosco bene la tua arte e il tuo impegno e approfitterò sicuramente della tua apprezzata disponibilità. Del Caffè Greco e della Pasticceria Riacci, per questione anagrafiche, ho solo dei ricordi avendone sentito parlare da mio padre che tu conoscevi.
Grazie di cuore per il tuo intervento che definirei senza ombra di dubbio il più importante stimolo ricevuto da quando ho aperto il mio sito.
Un caro saluto
Nicola Natili
mi hanno chiesto se sapevo o conoscevo di un dolce senese antico il cui nome è ” il centino”.
Con questo nome francamente non conosco nulla . Se fra le tue ricerche ne hai avuto un sentore avrei piacere di saperlo e comunque sarebbe bene indagare. Che ne dici? Scusami e grazie.
Mario Neri
Complimenti bella intervista, lo aspettiamo nei ristoranti in Scilia
Vengo spesso in Sicilia, terra che amo profondamente. Non mancherò di allargare le mie conoscenza sulla cultura eno gastronomica della Sicilia. Grazie per l’attenzione.