Un territorio così bello, ancora legato alle tradizioni rurali del passato, offre prodotti di grande eccellenza.
La Val d’Orcia è terra di grandi vini su cui svetta il superbo Brunello di Montalcino DOCG, ottenuto per la prima volta nel 1888 da Ferruccio Biondi Santi che cambiò radicalmente l’uvaggio utilizzando solo la qualità Sangiovese. Lasciato maturare per cinque anni, di cui almeno due in botti di rovere, il Brunello di Montalcino DOCG ha conquistato il mercato mondiale diventando uno degli ambasciatori più importanti della produzione agroalimentare italiana. Se l’invecchiamento viene interrotto prima il prodotto assume il nome di Rosso di Montalcino DOC. Sempre a Montalcino viene prodotto, da uva moscato, il Moscadello di Montalcino DOC, un aromatico vino da dessert, già conosciuto ai tempi di Francesco Redi che lo celebrò in un noto ditirambo “Quel si divino e leggiardetto moscadelletto di Montalcino”. Completano il quadro dei vini il Sant’Antimo DOC, una denominazione che comprende sia vini bianche che rossi ottenuti da vitigni non autoctoni e l’Orcia DOC nelle tipologie bianco, rosso, novello e vinsanto.
Accanto alla produzione di vini troviamo altre eccellenze alimentari molto apprezzate e ricercate da coloro che amano mangiare bene e sano. La coltivazione dell’olivo risale al tempo degli Etruschi. Sfruttando un terreno particolarmente votato per questa attività e il metodo di coltivazione tradizionale applicato si ottiene un olio extravergine d’oliva molto sapido che appartiene alla categoria degli oli fruttati di maggior pregio: l’olio extra vergine d’oliva Terre di Siena DOP.
E che dire del “cacio” di Pienza, un profumato e sapido formaggio ottenuto da latte di pecora crudo, già presente nella tavola dei Medici? Il Pecorino Toscano DOP sprigiona tutti gli aromi dell’ assenzio, della barba di becco, del ginestrino, della salvastrella e del ginepro, erbe e arbusti facilmente reperibili nei campi dove le pecore pascolano allo stato brado.
Non da meno sono i salumi, il prosciutto e gli insaccati, spesso ottenuti dalla Cinta Senese, un maiale tipico delle Terre di Siena allevato allo stato brado che, dopo anni in cui l’allevamento era stato abbandonato, ha ripreso vigore e si sta riappropriando di quell’attenzione che fin dal medioevo gli veniva dedicata per l’ottima qualità delle sue carni.
Per la grandi varietà vegetali presenti nel territorio, da cui le api prendono nutrimento, si ottiene un ottimo miele, un prodotto molto apprezzato che ha raggiunto la notorietà anche grazie alla Settimana del Miele che annualmente si tiene a Montalcino.
C’è infine un prodotto molto particolare, una coltivazione molto fiorente nel medioevo e interrotta intorno al 1500, quella del crocus sativus, meglio conosciuto come zafferano. Da qualche anno in Val d’Orcia è ripresa la produzione dell’oro rosso e una parte della produzione nazionale proviene da questo lembo di terra.
Come in altre zone delle Terre di Siena, il territorio della Val d’Orcia può annoverare sorgenti di acque termali la cui composizione a base di solfato di magnesio e solfato di calcio è dovuta principalmente alla vicina presenza del Monte Amiata, che altro non è che un vulcano spento.
Conosciuta e molto apprezzata da illustri frequentatori del passato, tra cui Santa Caterina da Siena, l’acqua che sgorga a Bagno Vignoni sale da una profondità circa un chilometro arrivando in superficie ad una temperatura di circa 52°C e raccogliendosi nella suggestiva piazza al centro del paese. Alcune testimonianze giunte fino a noi fanno risalire l’utilizzo di queste terme ai tempi dei Romani. Poco distante, nel comune di Castiglione d’Orcia, troviamo le Terme di San Filippo, anche esse riconducibili all’Impero Romano, comìè testimoniato da alcuni reperti ritrovati. Le acque delle due terme sono indicate come importante complemento per le malattie della pelle, respiratorie e reumatiche.
Nicola Natili
Ho letto con attenzione quanto scritto e voglio complimentarmi con lei per come ha trattato l’argomento. La banalità è diffusa, più raro raccontare con il cuore come lei ha fatto.
Marco Salvi
Ciao Marco, ti ringrazio per le tue parole. Credo che quando ci apprestiamo a parlare di un territorio come la Val d’Orcia, se si conosce veramente e si ama come lo amo io, è molto difficile essere banali. La Val d’Orcia è una delle sette perle di quella splendida collana che è il territorio senese, una ricchezza culturale e di tradizioni che sarebbe follia non sfruttare al massimo in un momento così difficile, come quello che sta passando il paese e la nostra città.