È bello da vedere e da toccare, appagante da fumare. Parliamo dello “stortignaccolo”, come viene chiamato il sigaro toscano, uno dei simboli della Toscana di qualità, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Il fumo fa male, questo è assodato, nessuno dovrebbe fumare, ma se qualcuno non riesce a rinunciare a questo vizio troverà nel sigaro toscano il compagno ideale per soddisfare il proprio piacere.
La Storia
La storia del sigaro toscano è molto curiosa e dimostra come spesso la casualità giochi un ruolo importante nelle piccole e grandi scoperte. A Firenze, agli inizi del XIX secolo, un improvviso acquazzone estivo si abbatté sulla città colpendo una partita di foglie di tabacco Kentucky esposte ad asciugare al sole. Le foglie, impregnate d’acqua, furono considerate inutilizzabile e lasciate al loro posto, ma complice il caldo estivo, il tabacco subì una fermentazione e fu utilizzato, in un estremo tentativo di recupero, per fabbricare dei sigari da vendere a basso costo. Il successo fu immediato e in quel lontano 1815 nacque il sigaro toscano.
Mario Soldati, uno dei tanti illustri fumatori di toscano, nutriva nei suoi confronti una vera e propria venerazione, un rapporto talmente intimo da coinvolgere tutti i sensi:
“ci piace all’odore e al gusto, entrandone in contatto anche prima di accenderlo. Il Toscano ci offre sempre, con la sua intima violenza, la migliore difesa contro gli eccessi del fumo”.
Morfologia
Ha una forma biconica con le estremità di diametro inferiore della pancia; la superficie è irregolare, da qui il vezzeggiativo “stortignaccolo”, con presenza evidente delle nervature delle foglie che costituiscono la fascia esterna. Il colore varia dal marrone chiaro dei sigari Garibaldi ed Extravecchi, al marrone rossiccio dei sigari Selected e Toscano, al marrone scuro delle varianti Antico Toscano e Toscano Originale.
Com’è fatto
Il tabacco utilizzato è del tipo Kentuchy coltivato in Italia., principalmente in Toscana, Campania, Lazio, Umbria e Veneto, con una preferenza per le coltivazioni del beneventano per i sigari dal sapore più dolce come i Garibaldi, il Soldati e l’Ammezzato Garibaldi.
Il sigaro toscano è formato da una fascia esterna che racchiude il ripieno o battuto. Le foglie di tabacco raccolte vengono stivate in appositi locali per la stagionatura che avviene grazie a continue variazioni di temperatura e umidità.
Una volta completato questo delicato passaggio le foglie, che avranno assunto il caratteristico colore marrone, verranno selezionate e suddivise tra foglie di fascia e di ripieno, e avviate verso la produzione vera e propria. Le modalità di lavorazione applicate sono principalmente due a seconda che si voglia ottenere un prodotto di elevato pregio a tiratura limitata o sigari di grande tiratura pur sempre di ottima qualità.
Nel primo caso spetterà alle esperte mani delle sigaraie assemblare il pregiato sigaro, nel secondo si procederà con macchine automatiche o semi automatiche. Tutti i sigari ottenuti vengono fatti asciugare e poi, dopo la selezione che porterà allo scarto dei pezzi difettosi e il susseguente confezionamento, vengono lasciati stagionare in locali ben umidificati e ventilati, per un periodo variabile a seconda del tipo di sigaro.
Caratteristiche
Il toscano è un sigaro dal carattere deciso, forte, per certi aspetti aggressivo, i cui aromi sono corposi e tipici. Gianni Brera, altro illustre amante del toscano, esprimeva il suo incondizionato amore per questo sigaro con poche, ma significative parole:
“Fumare il Toscano è una goduria greve e forte, del tutto priva di frivole moine. La bocca si riveste di una gromma rugginosa sulla quale, sfregato, si accenderebbe anche un fiammifero di legno. Se reggi alle fiammate di quell’inferno, puoi chiamarti beato”.
Tante sono le varietà commercializzate, circa ventuno, ognuna diversa dall’altra per aroma, forza e sapidità, tutte fortemente condizionate dal periodo di stagionatura. Si va dal sapore dolce ma vigoroso del Toscano Garibaldi al forte e deciso Antico Toscano, passando attraverso una serie di tipologie senz’altro in grado di appagare il palato di ogni fumatore.
Come si conserva
Dalla corretta conservazione del sigaro toscano dipenderà la riuscita della fumata. Affinché il toscano riesca ad esprimere tutto il suo aroma e l’incomparabile retrogusto dovrebbero essere conservati a temperatura di 18°-19°C e con un grado di umidità di circa il 65-70%. Questa condizione non è facilmente riscontrabile ed ecco che ci viene in soccorso l’humidors, uno speciale contenitore che ricrea le condizioni sopra indicate. Se ben conservato il sigaro toscano può essere conservato per lungo tempo senza avvertire problemi di combustione, tiraggio, aroma e gusto. Per tempi di conservazione brevi è necessario riporre i sigari all’interno di scatole di legno di cedro, di erica o di ciliegio.
Come si accende
Fumare il sigaro toscano non è solo la soddisfazione di un nostro vizio, ma un rito che prevede tanti passaggi e che coinvolge, come già detto, tutti i sensi. Il primo approccio è visivo e precede, di poco, l’auscultazione della “voce” del sigaro, quella che viene emessa quando lo facciamo roteare tra il pollice e l’indice della mano, per chiudere con l’olfatto che determinerà la scelta definitiva. A questo punto il prescelto dovrà essere acceso. Per l’ignizione del sigaro si devono utilizzare mezzi a basso potere calorifico come i fiammiferi di legno o una candela di cera d’api che contiene pochissimi idrocarburi policiclici aromatici. Il sigaro dovrà essere tenuto in posizione orizzontale, facendolo ruotare lentamente tra le dita, consentendo così alla fiamma di lambire l’intera circonferenza del piede che inizierà a bruciare coinvolgendo, uniformemente, sia la fascia che il ripieno. Quando l’ignizione è partita si aspira lentamente mantenendo la fiamma a circa un centimetro dal piede.
Come si fuma
Finalmente è giunto il momento di gustare il nostro sigaro. Il toscano va fumato lentamente, con brevi e regolari boccate, due/tre al minuto, mantenendo il fumo all’interno del cavo orale per qualche secondo senza aspirarlo. Lo stortignaccolo può essere fumato in tre diversi tagli: alla maremmana, ammezzato o con il cosiddetto taglio aureo. Nel primo caso il sigaro viene acceso e fumato intero ed è il modo migliore per goderne di tutti i profumi e gli aromi; ammezzato, cioè tagliato nel mezzo con il tagliasigaro, consente un modo di fumare meno lungo ma che, partendo dal centro del sigaro, permette di assaporarne immediatamente e integralmente il gusto e la forza; con il taglio aureo, taglio praticato a due terzi della lunghezza, che permette di ottenere due parti, una più lunga che consente una fumata tipo maremmana, ma meno lunga, e una parte più corta ideale per una fumata corta. Qualsiasi sia il taglio scelto per fumare il sigaro toscano è molto importante rispettare tre regole: quella di non fumarlo oltre i due terzi della lunghezza, di non tenere costantemente il sigaro tra le labbra o tra i denti, di non scuotere la cenere ma lasciarla cadere naturalmente nel portacenere o sul palmo della mano.
Con che si accompagna
Il fumo del sigaro toscano invita prepotentemente ad accompagnarlo con un dink che ne esalti il gusto senza coprirne il sapore. Normalmente i fumatori più ortodossi amano abbinare degli alcolici dal bouquet delicato e/o con un leggero retrogusto affumicato, su tutti il Cognac e lo Scotch single malt, ma anche del buon Porto. Da qualche anno si abbina, con successo, con le grappe, soprattutto con quelle trentine, molto aromatiche o con le grappe piemontesi, più aggressive. Ovviamente la scelta finale dipende dal proprio gusto.
Nicola Natili
Il fumo fa male, perchè parlare del sigaro in un sito che parla di eccellenze e ricette tradizionali?
Ciao Francesco, se hai letto l’articolo inizia con un fermo richiamo ai danni che il fumo può causare. E allora perché l’ho scritto? Perché parlando delle eccellenze toscane non si può dimenticare di un prodotto così conosciuto ed apprezzato da chi, per scelta e per piacere, ha deciso di fumare. La tua osservazione è comunque condivisibile e per questo ti ringrazio. A presto
Francesco consentimi di fare una osservazione: assodato che il fumo fa male e che l’articolista ha evidenziato questo aspetto, il tuo intervento mi sembra troppo bacchettone si parla di eccellenze toscane e credo senza paura di essere smentito che dall’elenco non poteva essere escluso il sigaro toscano, il migliore. Sito ben fatto e interessante complimenti
Grazie per il vostro articolo, mi sembra molto utile, proverò senz’altro a sperimentare quanto avete indicato… c’è solo una cosa di cui vorrei parlare più approfonditamente, ho scritto una mail al vostro indirizzo al riguardo.
SALVE VORREI CHIDERE NEL TOSCANO TAGLIATO IN DUE QUALE PARTE VA IN BOCCA QUELLA PIU SOTTILE O LA PARTE TAGLIATA??
GRAZIE
Il sigaro toscano ammezzato si fuma accendendo la parte tagliata. Il taglio dovrà essere effettuato con l’apposito attrezzo preservando così i canali di fumo abilmente predisposti all’interno del sigaro.
Grazie per l’attenzione
Sottile 😳
GRAZIE DELLA RISPOSTA.HO INIZIATO DA POCO E FUMO IL TOSCANO ANTICA RISERVA . E’ OTTIMO ANCHE DA SPENTO. TU COSA CONSIGLI
I sigari non si possono consigliare, si devono provare e poi scegliere.