La salvia fritta oggi viene servita come appetitoso antipasto, ma non sempre è stato così. Durante il periodo bellico e nell’immediato dopoguerra, la salvia fritta spesso costituiva un secondo da consumare dopo l’immancabile minestra della cena. Negli anni successivi non era raro che qualche compagno di classe arrivasse a scuola con un invitante panino con le foglie di salvia fritta. Il profumo inondava subito la piccola aula e a volte l’invitante panino diventava il bottino di proditori raid.
Il periodo migliore per preparare la salvia fritta è la tarda primavera, quando le foglie di questa meravigliosa pianta aromatica raggiungono la massima grandezza.
Dopo averle lavate coo acqua fredda corrente si lasciano scolare su un panno per una mezz’oretta.
Nel frattempo prepariamo una pastella sciogliendo la farina tipo 00 in acqua frizzante o birra insieme ad un pizzico di sale. La presenza di anidride carbonica favorirà una frittura più vaporosa, delicata e soffice. Versiamo dell’olio extravergine di oliva – in alternativa olio di semi di arachide biologico – in una padella e quando avrà raggiunto la giusta temperatura aggiungiamole foglie di salvia che avremo passato nella pastella, una ad una, prendendole per il picciolo.
Lasciamo cuocere per qualche minuto e scoliamo appena avranno raggiunto il classico colore dorato. Lasciamo freddare per un minuto circa, saliamo e serviamo ancore calde.
Ingredienti
20-25 foglie di salvia
100 gr di farina 00
120 cc di birra o acqua minerale frizzante
olio extravergine d’oliva o olio di semi di arachide biologico q.b.
sale q.b.
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