Chi non ha mai mangiato o, quanto meno, sentito parlare della frittata di Vitalbe? A Siena pochi, pochissimi, forse solo le giovani generazioni, avendo questa squisita frittata rappresentato per anni il piatto principale di tante cene o desinari.
Prima di descrivere il procedimento è doveroso raccomandare l’utilizzo dei soli germogli della vitalba, quelli apicali, teneri e di pallido colore verde che proprio in questi giorni di inizio primavera possiamo trovare ai bordi di campi o boschi. Il resto della pianta è velenosa.
Preparazione
Prendiamo i germogli di vitalbe appena colti e dopo averli ben lavati li infariniamo leggermente con farina “0” e li passiamo in padella dove avremo messo a soffriggere due spicchi d’aglio in olio extravergine d’oliva. Sbattiamo le uova energicamente e dopo averle salate e insaporite con un pizzico di pepe nero, le versiamo nella padella, che scuoteremo con movimenti rapidi per ben distribuire le uova. Aiutandosi con un coperchio giriamo la frittata, facciamo rosolare e impiattiamo velocemente. Va mangiata calda e ci colpirà subito il delicato sapore delle vitalbe che ricorda molto quello degli asparagi.
Ingredienti
20-25 germogli di vitalba
4 uova di gallina
farina “0” q.b.
2-3 spicchi d’aglio rosso
sale e pepe q.b.
La Clematis vitalba
È un arbusto appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae che troviamo ai bordi dei campi o dei boschi spesso associata con i rovi. È una pianta velenosa perché contiene alcaloidi e saponine ad eccezione dei germogli giovani che possiamo utilizzare per la frittata. Tutto il resto, le foglie e i rami adulti e i fiori sono assolutamente da evitare. Una curiosità riguarda i fusti legnosi della vitalba che, essendo percorsi da piccoli vasi dove scorre la linfa, una volta essiccati, durante la guerra e l’immediato dopoguerra, nelle campagne, venivano fumati al posto dei sigari.
Leggendo le ricette su questo sito mi ritornano tanti ricordi dell’infanzia e della gioventù. Vorrei ringraziarla per questo lavoro di ricerca preciso che dimostra una grande passione e un rispetto delle tradizioni che in molti nemmeno conoscono. Spero che continui sulla strada intrapresa e che il suo amore per la vera cucina senese ci porti ancora tante ricette.
Laura
Grazie Laura, la tradizione gastronomica di Siena si è persa in gran parte per strada e, per quanto mi riuscirà, cercherò di riproporre i tanti sapori del passato.
Due fette di pane con la frittata di vitalbe e un bicchiere di Chianti, è un mangiare da re, altro che hamburger e patatine. E la frittata col rigatino dove la mettiamo? Se continuo a leggere questo sito ingrasso 10 chili.
No Mario, segui il sito perché sai che mi fa molto piacere, ma per favore non ingrassare più altrimenti per muoverti ti ci vogliono le ruote……
Un abbraccio